La vendemmia è finita da poco, l'aria profuma ancora di mosto e le colline toscane si preparano al riposo invernale. Uno scenario idilliaco, che fa da cornice a ciò che accade nelle cucine più creative d'Italia, qualcosa di straordinario, in cui i confini si dissolvono, le tradizioni si mescolano, e dove il Carpineto Dogajolo Toscano Rosso I.G.T. diventa il protagonista inaspettato di una vera e propria rivoluzione gastronomica. Vediamo dunque in che modo la cucina fusion si può abbinare con la tradizione vinicola italiana.
Il vino che non ti aspetti
Partiamo proprio dal nostro protagonista, il Dogajolo, che non è il solito rosso toscano, quanto una sorta di elegante ribelle. Sangiovese e Cabernet si incontrano in bottiglia dopo percorsi separati, come due amici che si ritrovano dopo viaggi diversi e hanno mille storie da raccontare. Il risultato? Un vino che sa di ciliegia matura, con quel tocco di vaniglia e spezie che ti fa chiudere gli occhi al primo sorso.
La sua forza risiede nella versatilità: non è uno di quei vini che ti impone le sue regole. Al contrario, si adatta, gioca e sperimenta, proprio come la cucina del 2025.
Bao al brasato di manzo toscano: l'incontro che sembra impossibile
Chi l'avrebbe mai detto che un panino al vapore cinese potesse sposarsi con il brasato della nonna? Eppure eccoci qui. Il bao, soffice come una nuvola, accoglie il manzo che si sfalda al tocco, e la carne, cotta lentamente nel vino rosso, porta con sé tutti i sapori della Toscana.
Il Dogajolo qui si comporta in modo straordinario. La struttura morbida abbraccia la grassezza del bao senza sopraffarla, mentre le note fruttate si legano al fondo di cottura del brasato. È un dialogo, non un monologo. Servitelo a 18 gradi e vedrete gli ospiti sorridere dopo il primo morso.
Pizza fusion zucca e gorgonzola
La zucca dolce, il gorgonzola piccante e la salsa di soia che sussurra dall'Oriente. Sembra il preludio a un disastro, vero? Invece no. Questa pizza è pura poesia.
Il segreto sta nel Dogajolo giovane, servito leggermente fresco a 16 gradi. I delicati tannini tagliano la cremosità del gorgonzola, le note di caffè nel vino si sposano con l'umami della soia, mentre la zucca fa da ponte, con la sua dolcezza che richiama i sentori fruttati del Sangiovese.
Un consiglio? Versate il vino mentre la pizza è ancora calda, perché il contrasto di temperature amplifica i sapori.
Tacos vegetariani con funghi porcini e pecorino toscano
I tacos sono messicani, i porcini crescono nei boschi del Chianti ed il pecorino pascola sui prati maremmani. Tre mondi che si incontrano in un abbraccio croccante.
I funghi porcini, saltati con aglio e prezzemolo, portano l'autunno nel piatto, il pecorino stagionato aggiunge sapidità e carattere. Il Dogajolo? È il regista della nostra opera commedia. Le sue note speziate dialogano con il cumino dei tacos e il finale vanigliato ammorbidisce la spigolosità del pecorino.
Questo piatto mi ha conquistato una sera d'ottobre. Pioveva, avevo fame, e nel frigo c'erano solo avanzi apparentemente incompatibili. Il risultato mi ha stupito così tanto che ora è il mio cavallo di battaglia quando ho degli ospiti curiosi.
Ramen d'autunno con brodo al vino rosso e castagne tostate
Il ramen che nessuno si aspettava. Il brodo, preparato con ossa di manzo e un generoso bicchiere di vino rosso, cuoce per ore. Le castagne tostate aggiungono croccantezza e quel sapore di camino acceso che scalda il cuore.
Qui il Dogajolo va servito a temperatura ambiente, quasi caldo. Si fonde con il brodo, ne amplifica la profondità. È comfort food che parla lingue diverse ma dice la stessa cosa: casa.
La cucina fusion del 2025 non è certamente una moda passeggera, quanto il riflesso di un mondo che cambia, si mescola e si arricchisce. Il Dogajolo Rosso possiede la straordinaria capacità di adattarsi senza perdere identità, e rappresenta perfettamente questo spirito.
Non è questione di regole infrante, ma di evoluzione, paragonabile alla vendemmia, che ogni anno è diversa ma sempre riconoscibile. Come questi piatti che parlano della Toscana con accenti internazionali.
Provateli, sperimentate, perché il bello del vino è anche questo: scoprire che le certezze sono fatte per essere superate. Sempre con eleganza, mi raccomando.