Il miracolo del Vinsanto

pubblicato 25-01-2022

Il miracolo del Vinsanto

I nomi non nascono quasi mai per caso. Che sia una storia, una leggenda, un'esperienza condivisa: quasi sempre c'è un motivo che ne definisce il significato. Attorno al Vinsanto toscano di storie ne circolano tante: c'è chi dice che si chiami così perchè un frate francescano lo utilizzava per curare la peste nel ‘300; chi pensa che derivi da un presunto "Xantos" greco, vino passito originario dell'isola di Santorini; chi, infine, ci informa che – più verosimilmente – il Vinsanto abbia questo nome perchè veniva utilizzato durante le celebrazioni liturgiche.

A noi piace pensare che questo nome celi anche il "miracolo" delle sue caratteristiche organolettiche: uve messe ad appassire sui graticci che regalano un vino da meditazione ampio, sontuoso, complesso. Il periodo invernale è, infatti, solo apparentemente statico in cantina. Sono questi i mesi in cui il vino prende corpo e forma, assume le sue connotazioni gusto-olfattive e comincia a definire i suoi contorni. È il caso, soprattutto, del nostro Vinsanto del Chianti.

Un vino che evoca i sapori e i profumi della campagna toscana. Con le sue vigne, i suoi ampi poderi, le ville padronali e le antiche cantine dove l'odor di mosto si lega intimamente al ricordo di chi, come noi, è cresciuto tra filari e botti di legno. Profumi che ci conducono in questo viaggio tra passato e presente, mentre davanti ai nostri occhi si apre – nel calice – tutto lo spessore olfattivo del Vinsanto. Al naso, infatti, il bouquet è quanto di più ampio si possa pregustare: albicocca, pesca, fiori bianchi, frutta secca, miele, mallo di noce, e così via verso sensazioni sempre più variegate e profonde. Un percorso che viene mirabilmente completato dal profilo gustativo: elegante, morbido, finissimo. Un sorso fragrante e balsamico, che appaga in ogni sua più piccola sfumatura.

Ma come nasce un vino così intenso e persistente? Anzitutto dalle uve. Come spesso amiamo dire: "Il vino buono nasce in vigna". E il nostro lavoro di viticoltori contemporanei affonda le sue radici in un sapere contadino di intimo rapporto con la terra e con l'ambiente. E poi l'appassimento sui graticci, come dicevamo. È solo il primo passo: quello che consente alle uve di raggiungere un contenuto zuccherino adeguato. Da qui parte poi il processo di vinificazione, quello che avviene in apposite botti di capacità ridotta.

Qui in Carpineto dividiamo, per così dire, il percorso di maturazione: da un lato una parte del vino che matura in appositi contenitori detti "caratelli", fatti di castagno; dall'altro, la seconda parte di vino posta nelle piccole botti di rovere. Il tutto viene poi unito prima dell'imbottigliamento. È questo, in estrema sintesi, il processo che vede nascere una delle denominazioni italiane più apprezzate nel mondo.

E il nostro Vinsanto è davvero tra le bottiglie più apprezzate che nascono nelle nostre cantine. Siamo stati tra coloro che hanno fortemente creduto nelle potenzialità che l'areale del Chianti offre nella produzione di questo vino. Ed è per questo che abbiamo deciso di centellinarne la produzione: in quantità limitate di bottiglie, con uve dei nostri migliori vigneti rigorosamente raccolte a mano. Basti pensare che il nostro ultimo Vinsanto in commercio risale all'annata 1999, dato che la maturazione si è protratta per oltre 15 anni in caratello. Grandi uvaggi, lunghissimo affinamento, ampia e profondissima persistenza. Caratteristiche che rendono il nostro Vinsanto del tutto peculiare nel panorama vitivinicolo toscano.

Un vino da meditazione, come sottolineato. Ma anche un calice da abbinare ai vostri dessert, dalla pasticceria tipica toscana (immancabili gli storici cantuccini) fino a preparazioni più dolci come la cassata siciliana, la pastiera napoletana, la tradizione dolciaria secca del Nord Italia. Il Vinsanto, proprio per questo suo bouquet amplissimo e per il suo gusto complesso ma mai stucchevole, si presta a una varietà infinita di abbinamenti. Fra i quali, quelli che più vi sorprenderanno sono con i formaggi. Provate un calice di Vinsanto con una fetta di erborinato. Vivrete un'esperienza di gusto che ricorderete per moltissimo tempo.