L'inverno in vigna: la potatura invernale

pubblicato 21-01-2022

L'inverno in vigna: la potatura invernale

Profumo di legna ardente nell'aria; un camino acceso; un calice di Brunello di Montalcino e una poltrona su cui sedere comodamente. In Carpineto sappiamo bene come rendere piacevoli i mesi invernali, quando la Natura sembra ritirarsi in sè stessa e tutto intorno appare sopito. È il momento di sorseggiare il frutto del nostro lavoro. Magari aprendo una delle bottiglie che riposano in cantina, per offrirla a chi vuole conoscere da vicino le tante meraviglie che la Toscana sa offrire.

Ma se da un lato è bello dedicarsi a un piacevole otium, in compagnia di un calice e di un camino crepitante, dall'altro siamo ben lontani dal riposare sugli allori. In vigna e in cantina il lavoro non termina mai, anche quando il mondo sembra fermarsi e rifiatare per qualche attimo. I mesi più freddi, da gennaio fino alle porte della primavera, sono quelli dedicati alla potatura della vigna. È questo il periodo in cui i rami appaiono spogli e dormienti. Ma è dal riposo che nascerà il successivo ciclo riproduttivo, che porterà alle fioriture di maggio e agli acini d'estate. In un miracolo naturale che si rinnova di anno in anno e ci consente di offrirvi vini di qualità sempre altissima.

Torniamo quindi a gennaio, al nostro profumo di camino e alle vigne a riposo. È questo il periodo della cosiddetta potatura invernale, effettuata quando la pianta è priva delle sue foglie. Il primo obiettivo è quello di ristabilire la parte produttiva, affinchè la vite possa generare nuovi tralci dalle gemme che si rinnovano di anno in anno. Le operazioni di potatura andranno quindi a individuare porzioni di tralcio già esistenti che fungano da supporto per quelli che si andranno a generare e che ci regaleranno – nei mesi caldi – le nuove uve da vendemmiare.

Se da un lato, quindi, la potatura invernale mette la pianta in condizioni di rinnovarsi anno dopo anno, dall'altro predispone le basi per garantire un equilibrio quanto più possibile costante tra quantità e qualità di uve prodotte. Certo: non parliamo di un fenomeno matematico e, soprattutto, sempre uguale a sè stesso. Sono tantissimi i fattori che ancora potranno influire sulla successiva vendemmia. Il clima, anzitutto: eventuali gelate, periodi di siccità, piogge e così via. Nemmeno il più abile degli agronomi, degli enologi e dei climatologi può prevedere con certezza – già a gennaio – come andrà l'annata. Ma ciò che è certo è che una potatura effettuata correttamente predispone la vite a una resa – in termini di qualità e quantità – in linea con le aspettative del periodo.

Qui in Carpineto, nello specifico, la potatura invernale è calibrata secondo criteri estremamente precisi e rigorosi. In particolar modo, per quanto concerne i nostri vigneti più pregiati, essa predispone a una resa quantitativa di circa 1 chilogrammo di uva per pianta. L'equivalente di una bottiglia per ceppo. Dato che dà la misura di quanto, già in fase che potremmo definire preliminare, i nostri criteri produttivi siano ispirati alla massima resa in termini di qualità delle uve.

Per questo, quando parliamo di vino e vigne, non bisogna mai sottovalutare nessun passaggio. Nè, come sottolineato, riposarsi per troppo tempo. La vite è un organismo vivente, e come tale ha bisogno di cure costanti e processi sempre rispettosi del suo ciclo vitale. Questo è il periodo in cui, oltre a garantirne la riproduzione, la si mette al riparo da ulteriori fattori di rischio, come l'acqua piovana o le gelate. In un percorso di cui lentamente, e letteralmente, vedremo crescere i frutti.