Come preparare la pappa al pomodoro, il piatto toscano al sapore d’estate d’estate, per abbinarlo al Dogajolo Rosato di Carpineto, un vino fresco, giovane ed elegante che ne esalta i profumi e i sapori.
C’è qualcosa nella pappa al pomodoro che sa raccontare la Toscana meglio di qualsiasi guida. È un piatto che non ha fretta, che sa aspettare, che si prende il tempo di legare pane, olio e pomodoro in una sinfonia lenta e familiare. È l’estate servita in una scodella. E quando il sole picchia e la tavola si colora di semplicità, c’è un vino che accompagna alla perfezione questa ricetta povera eppure sontuosa: il Dogajolo Rosato di Carpineto, fresco, floreale, con una spalla acida che accarezza il palato e fa vibrare ogni cucchiaio.
Ingredienti per 4 persone
- 500 g di pomodori maturi (meglio se fiorentini o ramati)
- 300 g di pane toscano raffermo
- 3 spicchi d’aglio
- 1 l di brodo vegetale (o acqua, se si preferisce un gusto più neutro)
- Olio extravergine d'oliva toscano q.b.
- Sale e pepe nero macinato al momento
- Foglie di basilico fresco (a volontà)
Chi ha avuto la fortuna di crescere con una nonna toscana lo sa: la pappa al pomodoro non si improvvisa. È semplice, sì, ma chiede rispetto. Serve un pane giusto — sciocco, come si dice da queste parti — e dei pomodori colti a piena maturazione, quando il loro profumo si sente ancor prima di toccarli.
Procedimento
Sbollentare i pomodori: incidi leggermente la buccia dei pomodori con un taglio a croce e immergili per pochi secondi in acqua bollente. Tirali fuori, spellali e tagliali a pezzetti, eliminando i semi se desideri un risultato più delicato.
Soffriggere l’aglio: in una casseruola capiente versa un generoso filo d’olio e lascia rosolare l’aglio, intero o schiacciato secondo preferenza. Quando prende colore, aggiungi i pomodori ed un pizzico di sale. Lascia cuocere per almeno 15-20 minuti, mescolando ogni tanto, fino a quando i pomodori non si disfano in una polpa profumata.
Aggiungere il pane: nel frattempo, taglia il pane raffermo a cubetti grossolani. Quando il sugo è pronto, unisci il pane alla pentola e bagna tutto con il brodo caldo. La quantità dipende dalla consistenza che desideri: più liquido per una pappa più morbida, meno se la preferisci densa e compatta.
Lasciare sobbollire: fai cuocere lentamente per altri 30-40 minuti, mescolando spesso, fino ad ottenere una consistenza cremosa, dove il pane si sia fuso completamente col pomodoro. Aggiusta di sale e pepe, poi a fine cottura spegni il fuoco e aggiungi abbondante basilico spezzettato con le mani.
Riposo e servizio: la pappa al pomodoro ha bisogno di tempo. Lasciala intiepidire, anche qualche ora, coperta, così che i sapori si armonizzino. Servila tiepida, oppure a temperatura ambiente, con un filo d’olio extravergine a crudo.
Un abbinamento che parla la stessa lingua
A questo punto, manca solo il calice giusto. E qui entra in scena il Dogajolo Rosato di Carpineto.
Un rosato toscano giovane, ma non timido. Il suo colore — un rosa tenue con sfumature fucsia brillanti — mette allegria al primo sguardo. Il naso è un giardino estivo, tra rosa, mirto, fiore di vite, e poi frutta, tanta: mela, ribes, marasca, profumi che evocano le stesse giornate assolate e generose in cui nasce la pappa al pomodoro.
In bocca, il Dogajolo Rosato è coerente. Fresco, deciso, equilibrato, ha un'acidità piacevole, che pulisce il palato dopo ogni cucchiaiata e rilancia il sorso. Un vino da bere giovane, servito a 10-12 gradi, con il vetro leggermente appannato dalla condensa, un validissimo compagno per un piatto povero ma pieno di storia.
Ci sono piatti che non servono a stupire, ma a rassicurare. La pappa al pomodoro è uno di questi. Sa di casa, di mani che impastano, di tempi dilatati. È un piatto che si mangia col cucchiaio e con il cuore. E quando trovi un vino capace di rispettarne la semplicità, valorizzandone ogni nota — come fa il Dogajolo Rosato — allora succede qualcosa di raro: l’armonia.
Non servono effetti speciali, né tecniche complicate, basta scegliere ingredienti veri: il pane giusto, dei pomodori che sanno di sole, un filo d’olio generoso. Ed un vino come il Dogajolo Rosato, capace di interpretare con leggerezza e profondità la lingua saporita dell’estate toscana.
Per chi cerca un pasto sincero, allegro e profumato, questa coppia è la risposta giusta.