Pappa al pomodoro: una ricetta toscana al sapore d’estate (come prepararla e che vino abbinare) 

pubblicato 27-06-2025

Pappa al pomodoro: una ricetta toscana al sapore d’estate (come prepararla e che vino abbinare) 

Come preparare la pappa al pomodoro, il piatto toscano al sapore d’estate d’estate, per abbinarlo al Dogajolo Rosato di Carpineto, un vino fresco, giovane ed elegante che ne esalta i profumi e i sapori.

C’è qualcosa nella pappa al pomodoro che sa raccontare la Toscana meglio di qualsiasi guida. È un piatto che non ha fretta, che sa aspettare, che si prende il tempo di legare pane, olio e pomodoro in una sinfonia lenta e familiare. È l’estate servita in una scodella. E quando il sole picchia e la tavola si colora di semplicità, c’è un vino che accompagna alla perfezione questa ricetta povera eppure sontuosa: il Dogajolo Rosato di Carpineto, fresco, floreale, con una spalla acida che accarezza il palato e fa vibrare ogni cucchiaio.

Ingredienti per 4 persone

  • 500 g di pomodori maturi (meglio se fiorentini o ramati)
  • 300 g di pane toscano raffermo
  • 3 spicchi d’aglio
  • 1 l di brodo vegetale (o acqua, se si preferisce un gusto più neutro)
  • Olio extravergine d'oliva toscano q.b.
  • Sale e pepe nero macinato al momento
  • Foglie di basilico fresco (a volontà)

Chi ha avuto la fortuna di crescere con una nonna toscana lo sa: la pappa al pomodoro non si improvvisa. È semplice, sì, ma chiede rispetto. Serve un pane giusto — sciocco, come si dice da queste parti — e dei pomodori colti a piena maturazione, quando il loro profumo si sente ancor prima di toccarli.

Procedimento
Sbollentare i pomodori: incidi leggermente la buccia dei pomodori con un taglio a croce e immergili per pochi secondi in acqua bollente. Tirali fuori, spellali e tagliali a pezzetti, eliminando i semi se desideri un risultato più delicato.

Soffriggere l’aglio: in una casseruola capiente versa un generoso filo d’olio e lascia rosolare l’aglio, intero o schiacciato secondo preferenza. Quando prende colore, aggiungi i pomodori ed un pizzico di sale. Lascia cuocere per almeno 15-20 minuti, mescolando ogni tanto, fino a quando i pomodori non si disfano in una polpa profumata.

Aggiungere il pane: nel frattempo, taglia il pane raffermo a cubetti grossolani. Quando il sugo è pronto, unisci il pane alla pentola e bagna tutto con il brodo caldo. La quantità dipende dalla consistenza che desideri: più liquido per una pappa più morbida, meno se la preferisci densa e compatta.

Lasciare sobbollire: fai cuocere lentamente per altri 30-40 minuti, mescolando spesso, fino ad ottenere una consistenza cremosa, dove il pane si sia fuso completamente col pomodoro. Aggiusta di sale e pepe, poi a fine cottura spegni il fuoco e aggiungi abbondante basilico spezzettato con le mani.

Riposo e servizio: la pappa al pomodoro ha bisogno di tempo. Lasciala intiepidire, anche qualche ora, coperta, così che i sapori si armonizzino. Servila tiepida, oppure a temperatura ambiente, con un filo d’olio extravergine a crudo.

Un abbinamento che parla la stessa lingua
 

A questo punto, manca solo il calice giusto. E qui entra in scena il Dogajolo Rosato di Carpineto.

Un rosato toscano giovane, ma non timido. Il suo colore — un rosa tenue con sfumature fucsia brillanti — mette allegria al primo sguardo. Il naso è un giardino estivo, tra rosa, mirto, fiore di vite, e poi frutta, tanta: mela, ribes, marasca, profumi che evocano le stesse giornate assolate e generose in cui nasce la pappa al pomodoro.
 

In bocca, il Dogajolo Rosato è coerente. Fresco, deciso, equilibrato, ha un'acidità piacevole, che pulisce il palato dopo ogni cucchiaiata e rilancia il sorso. Un vino da bere giovane, servito a 10-12 gradi, con il vetro leggermente appannato dalla condensa, un validissimo compagno per un piatto povero ma pieno di storia.

Ci sono piatti che non servono a stupire, ma a rassicurare. La pappa al pomodoro è uno di questi. Sa di casa, di mani che impastano, di tempi dilatati. È un piatto che si mangia col cucchiaio e con il cuore. E quando trovi un vino capace di rispettarne la semplicità, valorizzandone ogni nota — come fa il Dogajolo Rosato — allora succede qualcosa di raro: l’armonia.
Non servono effetti speciali, né tecniche complicate, basta scegliere ingredienti veri: il pane giusto, dei pomodori che sanno di sole, un filo d’olio generoso. Ed un vino come il Dogajolo Rosato, capace di interpretare con leggerezza e profondità la lingua saporita dell’estate toscana.

Per chi cerca un pasto sincero, allegro e profumato, questa coppia è la risposta giusta.